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Nicoletta Insolvibile 
Università degli Studi di Napoli “Federico II”

Facoltà di Lettere e Filosofia



Tesi di Laurea in Preistoria e Protostoria

Anno Accademico 2009-2010



RICOGNIZIONE SUBACQUEA NELL’INSEDIAMENTO PROTOSTORICO DI VICARELLO NEL LAGO DI BRACCIANO

Nicoletta Insolvibile


Il presente lavoro di tesi, elaborato sotto la supervisione del Prof. Marco Pacciarelli dell’Università di Napoli “Federico II”, è il risultato di una ricerca subacquea, condotta dalla sottoscritta nell’autunno del 2009 nel Lago di Bracciano. Tale indagine archeologica, autorizzata e resa possibile dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale, nella figura dell’allora Soprintendente Dott.ssa Anna Maria Moretti e del funzionario responsabile per le acque interne, Dott.ssa Patrizia Petitti, ha beneficiato del patrocinio del Parco Naturale Regionale di Bracciano - Martignano e del prezioso supporto del Consorzio di Navigazione Lago di Bracciano, del Dipartimento Nazionale Emergenza in Mare, del Centro Hydra Ricerche e dei Comuni di Anguillara Sabazia, Bracciano e Trevignano Romano. Del gruppo di ricerca da me diretto hanno fatto parte Emilio De Rose, Barbara Gagliarducci, Marco Maggio e Paolo Margiotti.

Vicarello, Lago di Bracciano. Il gruppo di ricerca in acqua
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L’indagine archeologica subacquea ha riguardato, in particolare, l’abitato protostorico di Vicarello e, in parte, quello di Vigna Grande, entrambi siti palafitticoli dell’Età del Bronzo. Negli anni settanta e ottanta i siti sommersi del Lago di Bracciano sono stati oggetto di una serie di indagini che, nel corso degli anni recenti si sono concentrate particolarmente nel Villaggio Neolitico de La Marmotta (Fugazzola Delpino 1995).

L’obiettivo primario del nuovo ciclo di ricerche è stato di definire al meglio le informazioni desunte dalle prime indagini condotte alla fine del secolo scorso sui siti dell’Età del Bronzo dell’area nord-occidentale del Lago di Bracciano (Fugazzola Delpino 1982; Mocchegiani Carpano 1976) e, contemporaneamente, di fornire nuovi dati al fine di una migliore e più completa caratterizzazione dell’antico abitato di Vicarello, datato tra il 1400 e il 1300 a.C. circa.

Vicarello, Lago di Bracciano. Fasi del lavoro in acqua
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Nel corso delle nuove ricerche sono state condotte 35 immersioni a una profondità compresa tra i 4 e i 19 metri, che hanno messo in luce alcuni giacimenti di grande interesse archeologico. Il sito su cui si sono maggiormente concentrate le indagini è localizzato nel tratto di lago antistante l’abitato moderno di Vicarello, nella zona in cui i precedenti studi avevano messo in luce l’esistenza di un antico promontorio (Fugazzola Delpino 1982), visibile anche dalle foto aeree, su cui si estendeva un villaggio protostorico. Le prime indagini avevano già mostrato la presenza di evidenze archeologiche importantissime per la ricostruzione del sito: opere lignee con funzioni di sbarramento, un’imponente palificata, alcune possibili strutture abitative e cumuli di pietre connessi a materiali ceramici  e osteologici (Fugazzola Delpino 1980; 1982; 1988; Guidi 1976).

Nell’ambito delle ricerche condotte nel 2009, l’utilizzazione di più avanzate tecnologie ha permesso di definire con maggiore precisione la batimetria del sito. È stato così possibile ricostruire l’esatto andamento del promontorio, che in parte si discosta rispetto a quello riportato nelle piante edite nei resoconti preliminari delle ricerche condotte tra il 1976 e il 1982 (Fugazzola Delpino 1982).
Purtroppo, le strutture messe in luce durante le campagne degli anni 1976-82 non sono state rintracciate a causa della vegetazione che, al momento delle nostre indagini, copriva interamente l’area precedentemente segnalata. Tuttavia sono stati effettuati nuovi tracciati esplorativi che hanno permesso di riconoscere diverse strutture.

In un’area localizzata a circa 200 metri a nord-est del villaggio, sono stati individuati ed indagati i cumuli di pietre. Si tratta di due ammassi informi, di cui uno di dimensioni maggiori, diviso in due parti da un saggio di scavo di cui sono testimonianza un grande telo e cartellini numerati. Il secondo cumulo, di dimensioni assai ridotte, sembrerebbe essere l’ammasso dei materiali di riporto provenienti dallo scavo del cumulo più grande. La presenza di simili cumuli di pietre, chiamati anche “aiole”, secondo la denominazione utilizzata dai pescatori del Lago di Bolsena, è comune ad altri siti e laghi italiani. Si ha conoscenza, infatti, di un circolo di pietre nell’adiacente Lago di Martignano (Fugazzola Delpino 1982) e ne sono stati indivuduati altri anche nello stesso Lago di Bracciano, nelle vicinanze dell’abitato di Vigna Grande.

Vicarello, Lago di Bracciano. Cumulo di pietre
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Le ipotesi relative alla funzione dei cumuli di pietre all’interno del villaggio sono contrastanti (Fioravanti 1994). La collocazione prospiciente al lago ha fatto ipotizzare una loro funzione come torri di avvistamento, successivamente collassate. Tuttavia, data la grande distanza che separa tali ammassi di pietre dal villaggio, è stato anche ipotizzato che questi accumuli possano essere in connessione con un diverso villaggio. Purtroppo, le indagini nell’area circostante non hanno fornito nessun dato che possa confermare questa interpretazione. Fugazzola Delpino (1982) ha anche proposto una loro funzione sepolcrale, tesi comunque non confermata da un’indagine stratigrafica approfondita. I cumuli sono stati interpretati anche come aree di scarico di materiali, utilizzati per rafforzare le opere di contenimento, e lì ammassati e mescolati a materiale ceramico frammentario. Un’indagine stratigrafica sistematica seguita da un confronto diretto di queste evidenze presenti nel Lago di Bracciano, con quelle rinvenute in altri contesti di età protostorica, rimane al momento l’unica strada percorribile al fine di una corretta ipotesi interpretativa di questi enigmatici monumenti.

Vicarello, Lago di Bracciano. Cumulo di pietre
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Ad est del cumulo maggiore sono stati rinvenuti numerosi materiali ceramici d’impasto, in gran parte affioranti su una superficie piana e compatta, mentre altri sono stati individuati a una profondità maggiore e in posizione scoscesa, probabilmente a causa di uno scivolamento dall’alto. Nella stessa area in cui sono stati rinvenuti i materiali ceramici sono stati recuperati, grazie all’uso di un metal detector, anche due manufatti in bronzo. Le forme vascolari sono state disegnate, riunite in grandi categorie e confrontate con i materiali provenienti da diversi siti coevi del Lazio e, più in generale, dall’Italia centro meridionale. Risulta chiara la marcata prevalenza di tipi appartenenti alla cosiddetta Cultura Appenninica, caratteristica dell’Età del Bronzo dell’Italia peninsulare.

Ricostruzione tridimensionale delle forme vascolari
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Pochi e irrilevanti sono i dati desunti dalla campagna di indagine nel sito di Vigna Grande. Il limo presente in abbondanza sul fondale, non riscontrato invece a Vicarello dove prevale la vegetazione, ha reso estremamente difficoltose le operazioni di ricognizione. A causa della scarsa visibilità, gli operatori non hanno potuto effettuare tracciati esplorativi corretti, mentre la maggiore profondità, raggiunta in tempi brevissimi, ha determinato orari di lavoro estremamente ristretti.

Le ricerche da me condotte nell’ambito di questa tesi hanno arricchito le conoscenze sulla localizzazione, estensione e caratteristiche dei siti sommersi del Lago di Bracciano di età protostorica, in particolare del sito palafitticolo di Vicarello. Cionostante, questi dati, assolutamente non esaustivi, andrebbero arricchiti con quelli provenienti da sistematiche ricognizioni e indagini stratigrafiche approfondite che, in futuro, potranno gettare una nuova luce su quegli aspetti non ancora chiariti della storia del popolamento dell’area Sabatina durante l’Età del Bronzo.

Bibliografia essenziale

Fioravanti A. 1994. contributo alla conoscenza di antichi manufatti sommersi nel lago di Bolsena. Archeologia sperimentale e tecnologia antica, anno 1, n°0.

Fugazzola Delpino M.A. 1980. La preistoria e la protostoria nell’Etruria meridionale: nota preliminare su alcune scoperte degli ultimi anni. Archeologia nella Tuscia. I Incontro di Studio, Viterbo 1980: pp.76-94.

Fugazzola Delpino M.A. 1982. Rapporto preliminare sulle ricerche condotte dalla Soprintendenza Archeologica dell’Etruria meridionale nei bacini lacustri dell’apparato vulcanico Sabatino. Bullettino d’Arte suppl., n°4: pp.123-149.

Fugazzola Delpino M.A. 1988. Le acque interne. Appunti di Archeologia Preistorica. In: Bettini C., Colonna G., Staccioli R. (a cura di), Etruria Meridionale. Conoscenza, conservazione, fruizione. Atti del Convegno, Viterbo 1985: pp.17-25. Roma.

Fugazzola Delpino M.A. 1995. Un tuffo nel passato. 8000 anni fa nel lago di Bracciano. Soprintendenza Speciale al Museo Nazionale Presitorico Etnografico "L. Pigorini", Roma.

Guidi A. 1976. Sui materiali archeologici rinvenuti nel Lago di Bracciano. Prospezioni, 1.

Moccheggiani Carpano C. 1976. Osservazioni sui mutamenti di livello delle acque del Lago di Martignano. Prospezioni, I: pp.25-32.

Nicoletta Insolvibile e Fabio Gasperini alla consegna del premio
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