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Vincitori del premio

>> Anno 2023
Miriam Russo

>> Anni 2016-2017
Giovanna Ottavianelli

>> Anno 2014
Chiara Pelizzi

>> Anno 2013
Silvia Cappelletti

>> Anno 2012
Nicoletta Insolvibile

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DELLA TUSCIA
Dipartimento per la Innovazione nei sistemi Biologici, Agroalimentari e Forestal
DIBAF





Corso di Laurea Magistrale a ciclo unico in
Conservazione e Restauro dei Beni Culturali (LMR/02)
Anno Accademico 2020/2021
«DIO LE POSE NEL FIRMAMENTO DEL CIELO» (GENESI 1, 17)
LA CREAZIONE DEGLI ASTRI A PALAZZO ALTIERI
Miriam Russo
Relatori Prof.ssa Valeria Valentini, Prof.ssa Maria Ida Catalano
Correlatori Esterni: Dott.ssa M. Beatrice De Ruggieri, Dott.ssa Federica Zalabra 


Il Premio Lidio Gasperini, edizione 2023 per il Cinquantenario dell’Associazione Forum Clodii, è stato assegnato il 16 Aprile 2023 alla Dott.ssa Miriam Russo per la tesi magistrale relativa al restauro del dipinto murale raffigurante La Creazione degli Astri, posto sulla volta della Sala dell’Eterno di Palazzo Altieri a Oriolo Romano. La commissione dell’Associazione Forum Clodii ha valutato le tesi ricevute in base ai seguenti criteri: conoscenza dello stato dell’arte e della bibliografia di riferimento relativa al tema trattato, applicazione di idonee metodologie di ricerca, capacità di analisi critica rigorosa, capacità di pianificazione, esecuzione e completamento di un progetto di ricerca originale e indipendente.

Premiazione della Dott.ssa Miriam Russo, con il Sindaco di Bracciano Marco Crocicchi e il Presidente della Commissione di Valutazione, Giulio Lucarini. Bracciano, 16 Aprile 2023. Il criterio di raggruppamento dei testi contenuti nel catalogo prevede, per ogni singolo centro, il seguente ordinamento interno: sacre, imperiali, onorarie, sepolcrali, instrumenta domestica. Ciascuna sezione è chiusa da un’appendice destinata ai frammenti epigrafici. Il Catalogo epigrafico è completato da Tavole illustrative.

 

Il seguente testo della Dott.ssa Miriam Russo è tratto dalla introduzione alla tesi.
Il restauro di un’opera d’arte si configura sempre come un atto critico nei confronti della materia che la costituisce, compiendo continue scelte e interpretazioni nel rispetto della sua autenticità e storicità, nonché come momento di approfondimento e di studio, che non si limita solo al manufatto in sé, ma si estende anche all’analisi del luogo in cui è conservata e del suo contesto storico, delle vicende conservative di cui è stata oggetto, della valenza culturale che rappresenta.

Argomento della tesi è il restauro del dipinto murale raffigurante La Creazione degli Astri, posto sulla volta della Sala dell’Eterno di Palazzo Altieri a Oriolo Romano. Il presente elaborato si apre con la presentazione dell’edificio che lo ospita e del suo contesto urbanistico, a cui il palazzo è inevitabilmente legato, introducendo la sezione inerente la descrizione e la lettura storico-artistica dell’opera stessa (cap. 1-2).

Particolare attenzione è stata posta nell’approfondimento della figura di Domenico Maria Canuti, la cui l’opera è stata recentemente attribuita. Segue l’analisi della tecnica esecutiva del dipinto, dagli strati preparatori fino alle ultime lumeggiature, e solo al termine di questa attenta analisi il manufatto è stato contestualizzato nell’orizzonte tecnico artistico della sua epoca e messo a confronto con alcuni casi studio di dipinti romani del XVII secolo (cap. 3-4).

Questa sezione precede la trattazione del restauro propriamente detto e la preliminare analisi degli interventi precedenti che hanno interessato l’opera nel tempo e dello stato di conservazione (cap. 5-6). Tutti i passaggi e le osservazioni sul dipinto sono state coadiuvate e integrate con le indagini diagnostiche e con la realizzazione della documentazione grafica (Appendice I e II).

Il restauro dell’opera fa parte di un percorso di valorizzazione di Palazzo Altieri condotto in questi anni dalla Direzione del Museo, nella persona della dott.ssa Federica Zalabra, che ha lavorato affinché si realizzasse il restauro di numerosi dipinti su tela e tavola conservati al suo interno e ha permesso che il museo si inserisse all’interno del progetto del Ministero “100 opere tornano a casa”, con l’arrivo di quattro opere legate alla sua storia, provenienti da diversi depositi dei luoghi d’arte dello Stato.

La scelta della Creazione degli Astri risponde alla volontà di dare nuova luce a uno spazio e a un’opera all’interno del palazzo che apparivano quasi marginali, data anche la posizione della sala stessa, non di passaggio nel normale percorso museale e spesso impiegata come sala d’appoggio per gli eventi organizzati nell’adiacente Sala degli Avi.

Il primo incontro con l’opera ha da subito posto delle complessità, data la scarsità della documentazione riguardo l’autore e le notizie riguardanti la sua realizzazione, molto probabilmente conservate all’interno dell’archivio della famiglia Altieri, che però risulta inaccessibile da diverso tempo.

Le informazioni sul periodo Altieri del palazzo sono, infatti, relativamente manchevoli rispetto alla dettagliata documentazione storica studiata nel tempo sul periodo Santacroce dell’edificio.

La ricerca è quindi proceduta con la raccolta bibliografica e con la consultazione dell’Archivio Storico di Oriolo, insieme alle informazioni che potevano essere desunte prendendo anche in considerazioni il grande Palazzo Altrieri a Roma, oggetto tra la fine del ‘600 e l’inizio del ‘700 di ingenti lavori di restauro e ristrutturazione contemporaneamente a quelli della dimora oriolese. Il confronto con la residenza romana ha, inoltre, permesso di approfondire la figura di Domenico Maria Canuti, per la quale è stato significativo il contributo della direttrice Federica Zalabra, autore dell’Apoteosi di Romolo conservata al suo interno, unita ad un fitto raffronto delle sue opere pittoriche con la Creazioni degli Astri.

Il lavoro in cantiere è stato preceduto da un attento esame e documentazione della tecnica esecutiva e dello stato di conservazione dell’opera, oltre alle informazioni che è stato possibile raccogliere sugli interventi precedenti attraverso l’osservazione attenta e costante della superficie.

Lo studio delle tecniche e dei processi esecutivi ha permesso di inquadrare l’opera all’interno di una specifica cultura materiale, quella del barocco seicentesco romano, partendo dallo studio dei trattati tecnico-letterari, con un criterio di rilevanza tecnica, storico-critica e di contesto, rispecchiando la situazione romana tra la metà e la fine del Seicento. La varietà dei processi esecutivi impiegati nella pratica quotidiana del cantiere, analizzata nel confronto con alcuni testi pittorici del XVII secolo partendo dai Carracci per arrivare a Pietro da Cortona, ha testimoniato la grande duttilità e adattabilità e l’ampia disinvoltura nel loro utilizzo, favorita dalle nuove necessità delle grandi decorazioni.

Il raffronto poi dell’opera oggetto di tesi con l’Apoteosi di Romolo di Domenico Maria Canuti ha consentito di inserire nel contesto tecnico-esecutivo descritto la figura di un artista capace di realizzare grandi composizioni ad affresco ma in grado di spaziare nelle possibilità di quelle tecniche, a seconda del contesto e degli effetti desiderati.

Duranti i lavori di restauro, la particolare sensibilità all’acqua della pittura ha permesso di sperimentare tecniche di pulitura a secco e metodologie di intervento che ne limitassero l’apporto, seguendo alcune ricerche bibliografiche che spesso si incentrano su manufatti di diversa natura.

Gli interventi hanno dato il massimo valore alla reversibilità e soprattutto ritrattabilità dei materiali impiegati e alla necessità di calibrare l’intervento sulla specifica realtà che presentava l’opera in esame. Questo restauro ha consentito, infatti, di confrontarsi con particolari fenomeni di degrado spesso atipici che hanno necessitato di un’attenta riflessione nell’individuazione della giusta metodologia da adottare di volta in volta.

Indispensabile ed essenziale si è rilevata la collaborazione ed il dialogo con le diverse professionalità che hanno preso parte al progetto, così come quello di tutte le figure che hanno gravitato intorno.




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