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Vincitori del premio

>> Anni 2016-2017
Giovanna Ottavianelli

>> Anno 2014
Chiara Pelizzi

>> Anno 2013
Silvia Cappelletti

>> Anno 2012
Nicoletta Insolvibile

Università degli Studi di Roma “Sapienza”


Facoltà di Architettura




Tesi di Laurea Magistrale in Architettura del Paesaggio

Anno Accademico 2013/2014



RIQUALIFICAZIONE DEL PARCO-GIARDINO DEL PALAZZO SANTACROCE-ALTIERI

DI ORIOLO ROMANO (VT)


Chiara Pelizzi

Relatori: Maria Letizia Accorsi - Paolo Camilletti


Il Premio Gasperini, edizione 2014, è stato assegnato a Chiara Pelizzi per la tesi relativa alla riqualificazione del Parco annesso al Palazzo Santacroce-Altieri di Oriolo Romano.
Nel periodo che va dalla metà del XIV secolo fino al XVI secolo si diffuse la tipologia edilizia della “villa” (o palazzo in villa), residenza extraurbana di derivazione romana concepita come luogo di piacere ed otium nella quale il proprietario si recava per svagarsi dalle preoccupazioni della vita urbana e dalle responsabilità derivanti dalla gestione del potere. In tale contesto il giardino rinascimentale rappresenta un tramite insostituibile tra l’abitazione e la natura stessa, configurandosi come una prosecuzione esterna delle strutture architettoniche del palazzo e, quindi, del potere signorile.

Ad Oriolo Romano, la Villa – costituita dal Palazzo Altieri e dal parco di pertinenza – ha subito un andamento storico anomalo rispetto a quello che ha caratterizzato le altre Ville rinascimentali della Tuscia.

Le vicende che hanno portato alla privatizzazione dell’area sono da ricondursi alla morte dell’ultimo discendente Altieri, Don Ludovico (1955) in seguito alla quale il Palazzo Altieri, smembrato dei propri contenuti, venduti tramite asta pubblica, venne acquistato con diritto di prelazione dallo Stato, in un’azione di successo fortemente sollecitata dall’Amministrazione Comunale di Oriolo Romano. Il Parco annesso al palazzo, invece, finì nelle mani di un privato, senza che si esercitasse anche per esso il necessario diritto di prelazione pubblica portando alla separazione, dal punto di vista patrimoniale, di un bene artistico unitario. Da allora è stata negata ai cittadini la possibilità di fruire della Villa come bene collettivo e la stessa, pur essendo ubicata all’interno del centro storico, è stata da sempre percepita come un margine invalicabile rappresentato dalle mura perimetrali che cingono il perimetro del parco e non come una polarità.

Il lavoro, proprio per l’impossibilità di consultare fonti o pubblicazioni precedenti, si è dimostrato non privo di ostacoli ed è frutto di una visione e di un’interpretazione personale dell’area che si auspica di costituire una base per le successive indagini conoscitive legate al sito.  

Dal punto di vista metodologico, lo studio si è focalizzato prevalentemente sull’analisi delle componenti architettoniche del parco (il portale di ingresso, la scalinata di collegamento con il Palazzo Altieri, la fontana circolare ed il Casino di caccia) - interessate da un evidente stato di degrado dovuto all’assenza di interventi di manutenzione/restauro - e sulle componenti vegetali; particolare attenzione è stata riservata ai resti del giardino all’italiana - situato nella parte prospiciente il Palazzo e sovrastato da un grande Tasso (Taxus baccata) ultracentenario - il cui tracciato originario è lentamente collassato a favore di un sovraffollamento disordinato di arbusti e vegetazione infestante che presuppone una sempre maggiore necessità di manutenzione. L’indagine conoscitiva si è tradotta nell’elaborazione di strategie di intervento finalizzate al restauro con conseguente recupero delle piena funzionalità di tutti gli elementi architettonici ed alla conservazione del patrimonio arboreo sia sotto il profilo tecnico agronomico che sotto il profilo della sicurezza. Parallelamente a ciò, sono stati proposti una serie di interventi collaterali compatibili con le valenze storiche ed ambientali del sito legati alla fruizione del parco ed alle possibilità di impiego quantitativo-qualitativo dell’area al fine di proporre nuove modalità di utilizzo da parte della cittadinanza. Sono state fornite indicazioni sulla risistemazione dei percorsi e sull’adeguamento degli accessi al parco; è stato affrontato il tema del ripristino della perduta armonia compositiva che caratterizzava il viale principale, detto “la prospettiva”, attualmente interessato da quinte arboree discontinue e caratterizzate da vuoti ecologici che spezzano la continuità visiva del tracciato mediante inserimento di nuove piantumazioni di giovani esemplari di Quercus ilex (la specie predominante)Inoltre, è stato analizzato il tracciato dell’antico cinodromo che all’inizio del ‘900 richiamava nobili e visitatori amanti di questi spettacoli, la cui presenza rappresentava una peculiarità rispetto agli altri parchi della Tuscia.

Bibliografia essenziale:
BRUSCHI, Arnaldo, Realtà e utopia nella città del manierismo. L’esempio di Oriolo Romano, in “Quaderni dell’Istituto di Storia dell’Architettura”, serie XIII, fascicolo XVIII-XIX, 1966, pp. 67-106
ROTILI, Giuseppe, STEFANI, Francesco, Descrizione dell’origine e principio del Castello detto Oriolo, Oriolo Romano, 1993
CIPOLLONE, Rosa Gemma (a cura di), Palazzo Altieri, Oriolo Romano, Gangemi Editore, Roma, 2003
GUIDONI, Enrico, LEPRI, Giada, Oriolo Romano, la Fondazione, lo Statuto, gli abitanti e le case nel Catasto Gregoriano (1820), Ghaleb Editore, Vetralla, 2004
TAGLIOLINI, Alessandro, Storia del giardino italiano, La casa Usher, Firenze, 1991
BRUSCHI, Arnaldo, Oltre il rinascimento: Architettura, città, territorio nel secondo Cinquecento, Jaca Book, Milano, 2000
VANNUCCHI, Marco, Giardini e parchi: storia, morfologia, ambiente, Alinea Editrice, Firenze, 2003

VAROLI PIAZZA, Sofia, Paesaggi e giardini della Tuscia, De Luca, 2000/2007




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